venerdì 19 marzo 2010

Invictus

Invictus, film del 2009 di Clint Eastwood, vede come protagonista un bravissimo M.Freeman nella parte di Nelson Mandela. Questo grande personaggio della storia del Sud Africa esce dal carcere, diventando presidente del suo stato (siamo negli anni ’90, appena dopo la fine dell’aparthied in questo stato africano molto distante da noi). Le difficoltà che il neopresidente si trova a affrontare sono tante: prima fra tutte la questione dell’uguaglianza tra bianchi e neri dopo un lungo periodo di discriminazioni. In vista dei mondiali di rugby, lo sport più seguito nel paese, Madiba, come viene affettuosamente chiamato, decide di puntare sulla squadra degli Springboks, con la sorpresa di tutti, dato che era la squadra-simbolo dell’apartheid.
Non vi rovino il finale, ma sappiamo tutti chi vinse i mondiali alla fine.
Basato sul romanzo di John Carlin "Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game That Made a Nation" , Eastwood fa un film classico, serio, ma sicuramente non il suo migliore.
Il regista cerca di conciliare alcuni generi diversi (biografia, fatti storici e sport), ma secondo me ci riesce fino a un certo punto. Con un inizio molto interessante, che si occupa di temi come l’uguaglianza, le discriminazioni e la povertà, il film scivola nella tematica sportiva, fino a diventare un film sul rugby. Mentre infatti Visconti fa una dilatatissima scena di ballo ne “Il Gattopardo” senza fare un film sul ballo, Eastwood perde di vista il concetto che il mondiale voleva esprimere, puntando troppo sul mostrare le partite, gli stadi gremiti e la gente tesa a ascoltare alle radio il cronista sportivo. Dal film infatti sembra quasi che la questione morale sia solo un contorno di quella “kermesse di rugby”.
Non ho amato molto nemmeno il personaggio di Mandela, verso cui c’è un rispetto fin troppo ossequioso, che sfiora più l’agiografia che il fatto storico.
In definitiva non è un brutto film, ma da Eastwood, dopo Million Dollar Baby, mi aspettavo molto di più.

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